giovedì 8 marzo 2018

RECENSIONE: LE COSE CHE NON SO DI TE, di Christina Baker Kline

BUONGIORNO E AUGURI A TUTTI LE DONNE. 💗💛💗💛

Devo dire che dopo aver letto il primo libro della saga di Lucinda Riley, ho scoperto che mi appassionano i romanzi dove ci sono due persone che vivono in tempi diversi, e il libro è colmo di flashback. Quindi ho deciso di catapultarmi nel libro: Le cose che non so di te.


TRAMA


Molly ha solo diciassette anni ma una spiccata predilezione per i guai. In affido presso due genitori disarmati, dopo aver rubato Jane Eyre dalla biblioteca della scuola, per punizione è costretta a recarsi ogni pomeriggio a casa dell’anziana signora Vivian per aiutarla nelle pulizie. L’ incontro tra le due non è certo dei più promettenti: Molly ha sempre il broncio, si esprime a monosillabi, è piena di piercing e ha due ciocche ossigenate ai lati del viso. Vivian però è una donna speciale a cui la vita ha tolto e regalato tanto: non si fa certo intimidire dall’aspetto di Molly. Giorno dopo giorno, le due scoprono di avere qualcosa di molto profondo che le unisce: anche Vivian infatti è rimasta sola da piccola e, come tanti altri bambini della sua epoca, venne messa sul “Treno degli orfani” per trovare una famiglia che si facesse carico di lei. E quando Molly capisce di poterla aiutare a dipanare il mistero che da tanti anni la perseguita, la scintilla dell’affetto più grande e sincero libererà entrambe.




Incomincio a dirvi che questo libro TASCABILE l'ho pagato 6,90€.
Spero dunque che tutti voi li diate una possibilità perché merita tantissimo. 





Una storia delicata ma al tempo stesso potente come un uragano. EMOZIONANTE.
Io vi consiglio TANTISSIMO questa lettura perché, a parte essere una lettura molto fluida, la scrittrice ci fa conoscere una piccola parte della storia americana grazie ai flashback ( che io adoro ).
Nel 2011 troviamo Molly, una ragazza del liceo orfana di padre e con la madre colma di problemi con la legge a causa di droghe e alcol. Christina ce la fa conoscere subito come una ragazza affidata nel tempo a più famiglie, e a causa del suo carattere forte e un po' ribelle all'apparenza, ma in realtà sensibile. Si mette nei guai rubando una delle copie di un suo libro preferito, dalla biblioteca.
A causa di ciò deve fare del lavoro socialmente utile. 
Quelle ore di lavoro dovrà passarle insieme a Vivian: anziana signora con un passato burrascoso, e dovrà sistemarle la soffitta. Ogni oggetto che per Molly era cianfrusaglia, per Vivian era un ricordo e grazie a Molly quindi, scopriremo la vita tormentata dell'anziana signora, che racconterà man mano la sua vita. Inizia dalla sua famiglia morta in un incidente quando era solo una bambina, così da essere portata poi sul TRENO DEGLI ORFANI: 


Questi treni degli orfani, tra il 1854 al 1929 portavano i bambini senza una casa e senza famiglia  
- i più irlandesi, italiani e polacchi - dalle città costiere orientali al Midwest. Ma invece di famiglie premurose, i bambini si ritrovavano con genitori che li usavano come servi, a volte pure maltrattandoli.

Capiremo così che il passato di Vivian è molto simile a quello di Molly, leggeremo tutta la sofferenza che ha dovuto passare e secondo me, la sua storia è la parte migliore del libro.
La più interessante. Capiremo solo leggendo che la protagonista reale di questo libro è lei e non Molly. Molly è solo la chiave per scoprire le vicende che ha dovuto passare negli anni della sua vita, Vivian.


"Io credo nei fantasmi. Sono loro che ci perseguitano, le persone che ci hanno lasciato.
Molte volte nella vita li ho sentiti intorno a me, che mi osservavano, testimoni di ciò che nessuno
al mondo sapeva o voleva sapere.
Ho novantuno anni e quasi tutti coloro che un tempo facevano parte della mia vita adesso sono spiriti.
A volte i fantasmi si sono rivelati più reali delle persone in carne e ossa, più reali di Dio. 
Riempivano il silenzio con la loro presenza, calda e corposa, come pane che lievita sotto un panno. 
La nonna con gli occhi gentili e la pelle che profuma di talco. 
Papà che ride, per una volta sobrio. 
La mamma che canticchia fra sé.
Queste incarnazioni della mente non conoscono l'amarezza, l'alcolismo, la depressione, e mi consolano e proteggono dopo la morte come non hanno fatto in vita.
Sono giunta alla conclusione che sia questo il paradiso: un luogo nella memoria degli altri dove la parte migliore di noi continua a vivere.

Non era come averli accanto in carne e ossa, m non mi è stato concesso di scegliere.
Potevo trarre conforto dalla loro presenza o sprofondare nel dolore, piangendo la mia perdita.
I fantasmi mi hanno sussurrato di andare avanti."


Apprezzo moltissimo la scrittrice per aver scritto di questo lato storico americano, forse dimenticato, che ha reso il libro così incredibile ed emozionante. 

Penso che tutti una volta nella vita, dovremmo leggere questo libro.




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